IMPRONTA AMBIENTALE DI BENI E SERVIZI
La crescente attenzione che l’opinione pubblica e la popolazione attribuiscono alla tematica dei cambiamenti climatici ha indotto molti soggetti, sia pubblici che privati, a pubblicare e comunicare, attraverso rapporti di sostenibilità, informazioni sul sito internet e/o direttamente su etichette e imballaggi, i dati relativi alle emissioni di CO2 equivalenti (CO2eq), al consumo di acqua, al consumo di suolo, all’emissione di sostanze pericolose, etc. derivanti dalla realizzazione di un prodotto o di un servizio erogato.
A.C.S. srl è in grado di costituire e coordinare il gruppo di lavoro multidisciplinare capace di assistere soggetti che, su base volontaria, vogliano rendicontare e ridurre/compensare le proprie emissioni o consumi secondo i più recenti standard internazionali, comunicando a tutti gli stakeholders il proprio impegno per uno sviluppo sostenibile.
Per dare maggiore credibilità allo studio e/o utilizzarne i risultati per comunicazioni e comparazioni pubblicitarie, per adesione a etichette ecologiche e marchi, etc. l’organizzazione può decidere di farne validare i contenuti da un organismo di terza parte indipendente ed accreditato.
Carbon footprint
La Carbon footprint misura il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, un’organizzazione o un servizio ed è espressa in CO2eq.
La misura della Carbon footprint di un prodotto o di un processo richiede:
- l’individuazione e la quantificazione dei consumi di materie prime e di energia nelle fasi selezionate del ciclo di vita dello stesso (LCA);
- l’analisi e la contabilizzazione delle emissioni di CO2eq;
- la definizione di un sistema di carbon management finalizzato all’identificazione ed alla realizzazione degli interventi di riduzione delle emissioni che siano economicamente efficienti e che utilizzino tecnologie a basso contenuto di carbonio.
La Carbon footprint è regolata dalla norma ISO 14064 (Carbon footprint di organizzazione) e dalla norma ISO 14067 (Carbon footprint prodotto), basata sulla metodologia LCA (Life Cycle Assessment).
Water footprint
La Water footprint di un processo, organizzazione o prodotto è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi, misurata in termini di volumi d’acqua consumati (evaporati o incorporati in un prodotto) e inquinati per unità di tempo.
La Water footprint è un indicatore di sostenibilità che considera tutti gli impatti ambientali diretti ed indiretti, legati al consumo idrico, con approccio di ciclo di vita (“dalla culla alla tomba”).
Lo standard internazionale ISO 14046 specifica i principi, i requisiti e le linee guida relativi alla valutazione della Water footprint di prodotti, processi e organizzazioni basata sulla metodologia LCA.
PEF/OEF
L’Impronta Ambientale di Prodotto (PEF) misura le prestazioni ambientali di un prodotto o di un servizio adottando la metodologia LCA (Life Cycle Assessment).
L’Impronta Ambientale di Organizzazione (OEF) misura le prestazioni ambientali di una organizzazione in un determinato periodo di tempo, adottando la metodologia LCA (Life Cycle Assessment).
La metodologia multicriteri di misura della PEF/OEF è stata definita dal Joint Research Center (JRC) dell’Unione Europea ed adottata con Raccomandazione 2013/179/UE "relativa all’uso di metodologie comuni per misurare e comunicare le prestazioni ambientali nel corso del ciclo di vita dei prodotti e delle organizzazioni".
Le regole di categoria di prodotto (PEFCR), definite a livello europeo, forniscono gli orientamenti tecnici completi e dettagliati su come effettuare uno studio PEF/OEF per una specifica categoria di prodotti o servizi.
Destinatari:
soggetti pubblici e privati che su base volontaria vogliano conoscere e comunicare le proprie prestazioni, con riferimento ai benchmarks internazionali di riferimento.
Principali vantaggi:
- identificare e controllare le emissioni di CO2eq, il bilancio idrico, etc. derivante dai propri processi produttivi e dai servizi erogati con conseguente possibilità di gestirne i rischi;
- soddisfare requisiti previsti dai Criteri Ambientali Minimi definiti nell’ambito del Piano per la sostenibilità ambientale dei consumi del settore della pubblica amministrazione;
- usufruire delle riduzioni alle fidejussioni previste dal Codice degli appalti pubblici;
- aderire a etichette ecologiche e marchi (quale ad esempio lo schema nazionale volontario denominato “Made Green in Italy”, per la valutazione e la comunicazione dell'impronta ambientale dei prodotti made in Italy);
- aumentare la credibilità della propria immagine di sostenibilità nei confronti di tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali grazie ad una metodologia che garantisce la consistenza e la trasparenza della quantificazione dei gas serra, del loro controllo, rendicontazione, verifica e compensazione;
- divenire potenziali destinatari di finanziamenti da parte di soggetti interessati ad investire volontariamente in tale campo;
- adozione e realizzazione di progetti promossi sia dall’Unione Europea che dallo Stato Italiano.
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